BORDO

Il punto è l’impostazione
l’assenza di correlazione preclude
ogni assetto un’obliterazione
retroattiva delle aree respiratorie
quando ti fermi sul bordo
del tuo mondo inutile
anche se carico di entusiasmo
e non vedi mai alcun cadavere
passarti davanti se non il tuo

Foto Maurizio Manzo

PUOI SEMPRE UCCIDERLE

previo qualche attimo di felicità.

Testi tratti da Anamorfiche – Distorsioni a occhio nudo

foto web

6° ANAMORFOSI
 
Silenziosa la luce corrompe le palpebre ancora stupite
del suo corpo scoperto reperto gelato da troppo calore
deturpante e una bocca parlante disegna i lacerati risvolti
carnicini bramati spellati da bava dentata destino
del leggero indifeso sospeso sussistere cavia sottile.
 21 febbraio 2012

8° ANAMORFOSI

È sospeso il respiro che tende a sbocciare nel grido tremendo
e tremando domandi chi rende fervore all’arterie svuotate
all’assenza spezzata seduta nel buio riacceso di vuoto
assorbito e risciolto cercato e perduto tra sogni e disagi
agitavi le braccia tra segni tra graffi colpivi solo aria
lentamente ma lucida senti mancare speranza e poi luce
a pupille addensate a narici sbuffanti al tuo tenero cuore.
                                                                                                                                   25 marzo 2012

LA PELLE BRUCIA

Non appena scoperto il tuo corpo bruciato tra pozze di nozze
assetato il ristagno salato lussato riflette il ricordo
assolati e felici quei giorni iniziali sereni tra i seni
riservati custodi del latte da dare al bambino che presto
scivolato al tuo ventre sarebbe arrivato a portare più gioia
poi non senti se bruci o se sogni ardi viva e le foto che sbordano
tutte intorno l’amore d’un tempo ti guardano e soffi la fiamma
che ti scioglie d’atroce dolore ti svegli e t’accasci di cera.

(23 aprile 2012)

ISTANTE

Poi ricordi i momenti dei baci profondi
in cui luce e colore filtrati da lenti
frettolosi discorsi incompiuti evitavi
di capire che il vacuo mentale col tempo
emergesse nel danno e lo scanno infinito
più profondo d’abbraccio toccava del cuore
ogni afflusso e stupore diventa terrore
mai nessuno di quei baci era tanto profondo
dell’affondo di lama sui punti più teneri
del tuo corpo e ogni sguardo non lascia nient’altro
di ricordo immortale che punta a scalfire
fino all’osso e ritorna stupore l’istante.

Maurizio Manzo – Ionelse il fantasma

I
Sentivo stamani un suono
mi è parso
di udirlo a lungo
vederlo camminare.
Come tremi!
Trema anche quella tenda
dal caldo tessuto uterino.
Mi vedi da lì dietro?
Mi senti da lì dietro?
Vieni –
siediti –
ascoltami Fantasma.
Laviamoci le Orecchie!

Neobar

by m. manzo

IONELSE IL FANTASMA (1981) Fu all’inizio uno studio. Scrivevo Silenzi, notti,segnavo l’inesprimibile. Fissavo vertigini. Rimbaud I Sentivo stamani un suono mi è parso di udirlo a lungo vederlo camminare. Come tremi! Trema anche quella tenda dal caldo tessuto uterino. Mi vedi da lì dietro? Mi senti da lì dietro? Vieni – siediti – ascoltami Fantasma. Laviamoci le Orecchie! Mi vuoi domandare, Fantasma? Mi vuoi cullare, Fantasma? La vuoi una cicca, Fantasma? Tieni – prendila – ascoltami Fantasma. Togliti quel trucco. Hai trucco sul viso? Che volto hai, Fantasma? Hai gli zigomi rotti? Siediti lì sulle dune di polvere sul mio deserto. Non spegnere gli occhi. Guardami Fantasma! Eh! Lo so – è molto povero qui. Ragni. Marciume: Povero da fare pietà. Non essere pietoso Fantasma, perché la casa, attendendoti, si è lasciata andare. II Mi sono immerso a capitombolo nel buio: l’eco nella mente suono della mente…

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OLIO

aghi – maurizio manzo –

è difficile da immaginare
ma si forma dal silenzio
quella calma a pelo d’acqua
che non scompone gli scogli
e lascia scossa la riva
dall’assenza di respiro
dal disperdersi della memoria
tra le correnti e il pallore dei ripples
dall’angoscia delle alghe

LINEE STORTE

prima non molto prima

la neve mi abbracciava

scherzava con me

ora mi spezza dilania

ogni mio tepore

provo a correre

e sembro macchiare ogni tratto

e è un tempo troppo più lungo

di un incubo più oltre

della sua sensazione

qui è dove ci affonda dentro

cristallizzato l’odio che taglia

sventra ogni senso