è morta davvero
morta come muore il sughero
e se ne sta nei fiumi
leggera
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ANELLO
Hai voluto dire di
aderire alla soluzione
del sole in semplici asserzioni
tra l’asse e le sciolte
lezioni offuscate –
chiedi acqua che evapora
tra e per le labbra
e la spora che annega
in questo anello
poco prima di un bacio.
DODICI

festa – foto maurizio manzo – 2019
Gli spazi slabbrati e profondi
le giostre periferiche
immerse in un cielo molle
nel ritardo del respiro
quando schizzano
i colori delle lampadine appese
stordite dal vento improvviso
scombinano il tono serale
ti attende precisa
l’amarezza della fine della giornata
che inizia a comprimere
ogni lato con asprezza
in alcuni angoli
ti soccorre il fango di piogge primaverili
il manto viola di fiori liberi
resoconto del giorno incerto
ogni evidenza s’incrosta
si fa appartenenza e non lascia
opportuna l’obiettività
nei percorsi si insinua il rumore
le intuizioni innocue
su cosa sembra attendersi
il resto della vita da te
sfumano le alterazioni
la complessa armonia
della polvere tra i colori
dove a spintonarsi ci si avvicina
senti che lei ha la pelle più liscia delle nuvole
quando si disfano i contorni
quello che rimane
è disteso tra delle strisce di luce
mischiato a della polpa di niente
tutto quello che ti circonda
di colpo si fa più grande
segnato da uno strano odore
che si allontana con mutevoli suoni.
UN GIRO INUTILE
Poi si ritiene che ogni cosa può
tornare al suo posto
una intemperanza un’offesa
il ricordo che scheggia l’apparenza
l’appartenenza che si rifiuta
quando anche una scogliera
insofferente del mare
mostra come disfarsi dei segni
PUNTI D’ARRIVO

rotonda – foto maurizio manzo – 2019
Hai finito di rotolare
e sembravi scherzare
di seguito era qualcosa che cambiava
il tuo aspetto il profilo lo sguardo
un’amarezza contorta che gocciolava
come cera sciolta e si asciugava
sembrava non avessi avuto
uno stato normale una felicità
da abbracciare ma solo da stritolare.
VALVOLE
C’è un rumore di fondo
che non percepiamo e lasciamo
agire scavare oltre
c’è anche una cavità
dove riporre valvole
guaste annerite
poi non chiedi molto altro
che non sia spegnere i fari
su tutte quelle comparse.
POCO QUASI NIENTE

Foto Maurizio Manzo – Teatro Civico – Cagliari – 2018
si pensa poco quasi niente ma è così che non si ricorda e si lascia la polvere sui muri le finestre che si slabbrano in silenzio tra l'eccesso di luce che annienta ogni cosa
NEI GIORNI PER VERSI – Anna Maria Curci
Nei giorni per versi – Anna Maria Curci – Edizioni Arcipelago Itaca
Il respiro costante somiglia a una danza al ritmo che consegna i colori nella stanza, il tetto spesso si appoggia leggero sorretto da qualche accento testardo e corteggia i riflessi storditi.
Accade per caso che si fa bisogno ogni senso e che brilli tra le dita scandito un ricordo e ti accompagna a braccetto tutto il giorno, quando inizia non smette di dirti d’avvertire ogni arto e puoi abbracciare qualche albero o spettinare le foglie.
XIII
Voi che l’ardire lo intestate a terzi
che visibili ansiosi poi abdicate
non vi basta tastare le mie piaghe
fare la doccia con le mie piaghe.
XVIII
Se le frontiere diventano ponti,
scorre limpida l’acqua a dissetare,
la fionda e cerbottana sono un gioco,
David smette di imitare Golia.
LVII
Mio padre coltiva le tagete
nell’orticello lungo il litorale.
Non la capivo, allora, devozione,
mutevole com’ero e come sono.
LXXII
Lo so che questo è il tempo dell’attesa,
ma sento sempre urlare la sirena.
Non è nel gorgo d’acque favolose,
è l’allarme perpetuo e ignorato.
IC
Per quello sforzo immane del pigmento
balbetta la preghiera imbambolata.
Ma fu inutile, sai, la tua rincorsa
a tinteggiare i petali sbiaditi.