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I capanni ricolmi d’assillo profondo
di dolenti estenuati malnati dannati
s’assottigliano senza neanche ombre svanite
scandagliate e inquisite tagliate e sfiancate
poi del giorno si sente pesante il non senso
il rigurgito anch’esso passato al setaccio
e se il laccio t’abbraccia più forte dell’alto
tuo governo rilassi del corpo anche il cuore.
AL CITTADINO BERLUSCONI UNO SCHIAFFO DORSALE
Da DESCRIZIONE SUPERFICIALE
DELLA SIGNORINA RICHMOND
Appollaiata su un ramo apre
rapidamente le ali producendo al tempo
stesso un fruscio che si può
udire a un centinaio di metri
Nanni Balestrini
parte della mano andrà persa spappolata come un fiore morsicato appetibile e irripetibile praticato il foro per la colata e rivestita fino alla bile la sua mano è così assistita in coro hanno indicato in lui l’uomo dalla mano ferma adatto a colpire delicato oltre le gengive di smalto irridente non pensare che il tuo dovere ti rende esente dal rifiuto di fare un’azione con la mano in fondo lui ha solo svilito il paese e reso piaga ogni piega inguinale l’eresia in paternale e profuso incarichi peggio di Caliloga: i somari in ministri ma la mano in uso prima della sua fine ha accarezzato più volte il volto alla sua amata ed ora è pronta gonfia di piombo per la sberla proverà a sorridere davanti alla ferma mano alata come un colombo così come ha fatto ridere il mondo ti offenderà e ti adulerà fino a farti pensare che hai capito male del parlare di lui che non vuol essere rapito ma vuole rincasare tu sferra lo schiaffo imponente padre infuriato che dalla mano dal movimento articolato a lato del suo mento vento striato di luce smuove sangue all’etica triturata e sminuzzata uno sciame ti si farà d’appresso a vortice d’elica e con lo stesso risucchio verso lo spauracchio: questa mano pomice non staccabile dal tuo corpo, di peso sarai deportato in uno stabile per sputarti in faccia che del tuo monito la nazione ne fa a meno la mano spappolata e analizzata isolata a latere del tuo corpo rosicchiata e torturata cercherà di muoversi per inerzia impalcata e murata non ti servirà neanche a scavare via la sporcizia dalle narici o a seguire le varici delle gambe appesantite poi la mano avrà un termine caldo fino al freddo sciogliersi ti sentirai come saltato tra le mine tra un urlo strazio un urlo gaio ricordati di indicare con lo sguardo l’azione della tua mano che sarà studiata ripudiata odiata e scomunicata nel concavo spappolato un petardo poggiato sarà acceso legato al cavo della tv e diranno della foggia così causata la scusa più usata ma tu ricorda che il tuo danno è la riscossa morale della gente e che l’orda coi forconi parte anche dai portoni mostra della corale azione della tua mano lo schiaffo dorsale.DEMANIO DOMINIO
novant’anni e vedrò la luna
di nuovo
filtrare tra i miei piedi
e l’acqua
sull’arenile.
novant’anni di demanio
dominio
e poi sarò ancora un granello
di sabbia
tra l’odore del mare
solo novant’anni e riavrò iodio
in gola
e respirerò sulle vele
di barche
leggere e passeggere come nuvole
a novant’anni sarò un bambino
che cade
e si rialza rincorrendo
un onda
e rincorso dalla sua spuma
novant’anni di vita
diviso
dal rumore della risacca
dal sole
riflesso sui suoi raggi
per novant’anni indicato e
cacciato
dalla battigia per non destare
il sonno
ai seni flosci delle ospiti in albergo
prima di novant’anni drenerò
la sabbia
e una Brambilla da lasciare osso
di seppia
che non galleggia o veleggia
http://notizie.virgilio.it/cronaca/spiagge-dorate-concessioni.html
http://www.sardegnademocratica.it/ambiente/la-privatizzazione-delle-spiagge-1.20726http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2011/05/14/VA8TC_RA501.html
IL DIO BICEFALO

http://noradarcaposperone.blogspot.com/
Giano bifrontedisceso sui promontori azzurri
dei sardi
sfiorato dai montoni
profumati di lentischio
lancia luce lancia allarmi Giano bifronte
dio bicefalo petalo di morte
tra il mirto
irto dal vento
che annuncia l’arrivo e lascia
la fine alle sue spalle Giano bifronte
usato in modo abominevole
nascosto da azioni benevole
che c’illumina barche
su cui scappare e annegare
gareggiando col destino Giano bifronte
che non ci guarda
mai negli occhi
ci sorride come pidocchi
saltellanti in un mondo secco
in mezzo al mare Giano bifronte
dio bicefalo
dominatore dei sardi
privati della luna
riflessa sul mare e delle
stelle sparse tra i cardi.