LORDURA

danno alla terra
il valore dannato del danno
la spiga la quercia l’ulivo
il sughero hanno vita monca
 
sparso la guerra incolore
il buio nel mare espanso
infiammabile su papille
pupille corolle coralli
 
pianto non si ascolta
d’ogni croce che pianto
valgo solo il passo
d’una processione d’esilio
 
qui il sole poggia
sulle sterpaglie
sbuffa dorate polveri
non scalda solo piscine
 
ecco la bottiglia cemento
che lo contiene
eolico che lo rinfresca
spartizione in gran festa
 
sferrano come cavalli azzoppati
l’industria sarda
sordi al canto d’arpie vergini a’ volti
uccegli e cagne azzanna soldi scanna uomini
 
preso il paradiso
poi il purgatorio e rifilati
all’inferno ci prendono
anche quello, grasso che cola
 
il dolore rappreso
non ha più odore.
 
 
 
 

4 pensieri su “LORDURA

  1. Buona buona Maurizio. Mi piace particolarmente. E questa quartina sopra tutte:
    “pianto non si ascolta/d’ogni croce che pianto/valgo solo il passo/d’una processione d’esilio”.
    Grande poesia. Un saluto, Luca

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