COREOGRAFIA DEL GHETTO STORICO – BRANI 2 –

“il letto di Viveca                              
abbiamo trasportato
sulla cima della Torre dell’Elefante.
lei l’ha chiesto, lei!”
 
Ah, questa è arguzia! due lati
affilati; il camicione già imbrattato!
oh, mi si asciuga dal dolore…
e solo le mani e la fronte umide…
 
“Viveca s’è aperta la vulva
s’è messa una lametta
e il sangue…
il sangue nella vulva fulva!”
 
ora è la menorragia eterna?
non resta che…
e quindi attendere…
ricalcare tutto o ah!
io ch’ero un tempo
quel ch’ero
non posso da me stessa
cancellare ogni delicatezza!
gli altri sì, potrebbero
disgregare i miei gesti,
la movenza delle labbra
ed io ho fatto soffrire gli altri!
non sembro, ora, divina?
ma lo ero alla finfine?
stare a letto mi ingrossa la voce…
stare a letto mi…
ho venduto l’anima alla giovinezza
ho raschiato un utero
a rubarne i colori!
ho divorato l’ingenuità
appena la seppi esistere!
 
“io l’ho vista Viveca
sul suo letto in cima alla Torre…
tutta imbrattata di sangue…”
 
Dissolvenza
 
Lidia-Tullia era nel vicolo…
dei ragazzi la schernirono
del tempo trascorso l’avvisarono.
Lidia-Tullia corse denudandosi,
invano mostrò il suo corpo sfatto.
Lidia-Tullia danzando perse…
invano gridò: sono regina del cielo!,
le ossa tue rugose…
Lidia vuoi perdere le rughe?
voglio perdermi nella melma!
Lidia-Tullia campanile rancido.
 
si toccò Lidia-Tullia
le gambe le spalle
i denti e dalla bocca
la saliva fece scorrere,
le braccia il cuore le dita,
la faccia le orecchie
e i capelli e il fegato;
la mania – la mania!
tutto di me va disfacendosi…
prova a toccarmi
e vedi un po’ se non divento
più rugosa al tatto.
le tue mani temono sollevare,
toccare questa carne feroce
impietrita di tenerezza?
 
noi perdiamo gli occhi
mentre è lenta la dissolvenza
 
 

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